Madonna del Carmine
E' questa un ambiente di dimensione modeste.
All'interno,unica navata con sagrestia e annesso ambiente per le attività
comunitarie, si ammirano i seguenti dipinti di Carlo Rosa che
rappresentano:"il martirio di S. Biagio"
(1660) da poco restaurato,
la tela riporta episodi della vita del Santo in tre riquadri in basso;"S.
Francesco Saverio" (1672) che predica ad alcuni principi indiani.
Questo quadro porta in fondo la firma dell'autore: Carolus Rosa pictor
Juvenati(en)sis e in fine "S. Gaetano da Thiene". Il
Santo qui è raffigurato in un campo di fiori mentre guarda verso l'alto
alla Trinità e al coro degli Angeli. Accanto a lui un Angelo regge un
libro e un calice. Sul Cartiglio sorretto dagli Angeli si legge: "Ne
soliciti sitis animae vestrae quid manducetis respicite volatilia coeli
considerate lilia agri" .Ci sono inoltre la Madonna del
Rosario (seconda metà Ottocento), di autore ignoto e un Gesù
crocifisso sul Calvario fra la Madonna e S. Giovanni, di Saverio De
Musso che grandeggia sull'altare maggiore.Una Madonna del Carmine
con il Bambino (XVI sec.), di autore ignoto, è inserita nella tela di
S. De Musso che grandeggia sull'altare maggiore. Questo è rivestito di
marmo policromo e porta in basso, in un grande riquadro centrale, lo
stemma dell'Arciconfraternita del Carmine, racchiuso in un tondo dai bordi
scuri rispetto al suo fondo. Esso rimanda all'altare di S. Domenico, in
Piazza Vittorio Emanuel, che risale al secolo XVIII. Un documento lapideo,
all'ingresso della chiesa, attesta la data dell'installazione dell'altare
, in occasione della ristrutturazione (secolo XIX) della chiesa stessa. Alonsus
de Corduba (Alfonso di Cordova) ha dipinto il "Martirio di S.
Lorenzo" (1602), collocato sul primo altare sulla detra di chi
entri. In basso si distingue la figura di un dignitario che si identifica
nel committente, Rev. Giacomo Tomeo. Sulla porta che mette nella
sagrestia c'è il dipinto che raffigura S. Caterina e due Angeli con lo
strumento del martirio (XVII sec. - scuola di Carlo Rosa). La tela riporta
in basso lo stemma dei Sagarriga.Tra il patrimonio artistico
dell'Arciconfraternita della Madonna del Carmine si annovera anche la
statua - manichino che la rappresenta (secolo XVIII).La chiesa in
origine era chiamata S. Angelo dei Greci. Restaurata nel 1598 ha assunto
il nome di S. Maria del Carmine con l'istituzione della confraternita
omonima. La denominazione di questa confraternita rimanda alla sua
matrice, che risale all'incirca all'anno Mille, quando in Palestina, sul
monte Oliveto si riunirono i Fratres Beatae Mariae per realizzare
l'umana fratellanza alla sequela della S.Vergine. La detta
Arciconfraternita, fondata il 1598, si è presa cura di questa chiesa fino
al 1960 ca. Oggi è rinata sotto nuovo auspici.
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