San Giovanni Battista

Sorta con il nome di S. Maria, forse ai tempi di Costantino, fu parrocchia fino al 1813. In essa, nell'anno 399, sarebbe stata amministrata in Giovinazzo la prima pubblica cresima. Nel 1174 prese il nome di SS. Giovanni e Paolo, per via di certi miracoli operati dalle reliquie di questi Santi, lasciate in dono da un certo Kutizzo di Bari. Vero il 1000 questa chiesa fu Cattedrale. Lo attestano le bolle e i privilegi concessi dalla principessa Costanza (1113), dall'antipapa Anacleto II (1130) e dal re Ruggero I (1134). Essa aveva un magnifico battistero e cappelle gentilizie di alcune famiglie nobilidi Giovinazzo. Più volte è stata restaurata. Il 1553, per volere di Mons. Briziano, fu annessa a questa chiesa quella di S. Giovanni Battista delle monache Benedettine, che con il monastero erano esposte ai frequenti attacchi delle armate Turche. Quindi divenne chiesa parrocchiale e tale rimase fino al 1813. Semplice e imponente era la sua architettura. Quattro colonne di travertino con capitello di ordine dorico e corinzio sorreggevano un'alta impalcatura con decorazioni in oro zecchino, come il soffitto a cassettoni, ornato da dipinti che celebravano alcuni fatti biblici ed i miracoli del patriarca Benedetto. L'altare maggiore, in fondo alla chiesa, era tutto di marmi pregiati. C'erano e ci sono poi le statue di S. Benedetto e S. Giovanni (XV sec.) che vorrebbero essere le più antiche del patrimonio scultoreo della città e tre cappelle, rispettivamente di S. Anna, S. Caterina e S. Eustacchio. Tale forma conservò fino al 1849 quando si intervenne secondo i canoni neoclassici, per volontà della badessa Maria Gaudio, sotto la direzione dell'arch. G. Favia. Ora si presenta con un prospetto sobrio, ma pur sempre elegante. Il campanile reca in cima una campana fusa ad Adria il 1404. L'interno, senza broccatello di Spagna, senza cappelle e senza colonne, presenta dei discreti lavori di stucco, un altare di marmo e le statue lignee di S. Benedetto e di S. Giovanni. (secolo XVI -XVII).

La prima, di legno, reca nella mano destra il pastorale e nella sinistra la Bibbia, la seconda, sempre di legno, rappresenta il Santo con una croce nella mano destra e un Angelo Divino (scuola napoletana). In questa chiesa si custodiva gelosamente il Cristo Agonizzante (inizio '900), pregevole opera di cartapesta del leccese Giuseppe Manzo che realizzò su commissione della Confraternita di S. Francesco da Paola e S. Croce. Tra l'altro troviamo la statua lignea di S.Francesco da Paola dall'espressione mistica (XIX sec. - autore ignoto), la statua di S. Giovanni Apostolo in cartapesta dello scultore leccese A. Malecore (1990); del medesimo autore le statue dei due ladroni (1991) e quelle di Maria Maddalena (1992). Va ricordata, anche se di scarso interesse artistico, la statua dell'Addolorata, con sostegno di legno, volto e arti di cartapesta (Malecore -1972), il Cristo Morto, di cartapesta che risale al 1973 (Malecore) e il Cristo Risorto (Manzo - 1914). Tutte queste statue furono commissionate a suo tempo, dalla Confraternita di S. Francesco da Paola. Nella sagrestia, unico corpo sopravvissuto ai vari rimaneggiamenti, si ammira la tela (cm 49x37) rappresentante S. Benedetto da Norcia. Uno stuolo di Angeli incornicia la testa del Santo che guarda misticamente il cielo. E' un dipinto del seicento, proveniente dal convento delle Benedettine. Le suore di clausura dell'annesso convento, nel 1638, dovettero assistere al volo e all'estasi di Padre Giuseppe da Copertino durante la celebrazione della S. Messa. Estsi e fenomeni di levitazioni manifestanti anche in Cattedrale dov'era stato in precedenza a celebrare, che gli costarono l'espulsione e la relegazione in un lontano solitario convento in seguito alla denuncia del 26 maggio 1635 da parte della curia vescovile presieduta da Mons. Palamolla al tribunale del Santo ufficio di Roma. Tale denuncia conteneva l'accusa di abuso della credulità popolare. Era allora Papa Urbano VIII. In concomitanza con questo increscioso evento si ha la nomina (1637) a Giovinazzo del vescovo Carlo Maranta. Il consolidamento e il restauro recente dell'edificio torna ad onore e merito della Confraternita S. Francesco da Paola e S. Croce, da poco estinta. Di fronte alla chiesa di S. Giovanni Battista c'era la chiesa della Maddalena o di S. Pietro Bresciano, scomparsa nel nulla. Si parla anche di un piccolo convento di Santa Chiara: le suore di questo convento erano così povere da farsi sfrattare in poco tempo.



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