Lupis

Il palazzo della nobile casata Lupis, più noto col nome di palazzo Forlocco, apparteneva ai Lupis, famiglia di origine germanica e di cospicua fama. Tra gli esponenti più rappresentativi di essa c'è il giudice Lupone, consigliere dell'imperatore Federico II, il giustiziere Pavone Lupis, sotto Alfonso I d'Aragona e Bisanzio Lupis, poeta e cronista del secolo XVI. Nato quest'ultimo a Giovinazzo tra il 1478 e il 1479 da Domenico (Micco) e Costantino Paglia, ha sofferto fino a ieri l'ingiuria del silenzio per quanto riguarda la sua attività di poeta. Come tale lo cita solo il Flamini nel suo volume di letteratura "Il Cinquecento". Come cronista è servito di base a tutti i cultori di storia patria e di questi qualcuno gli ha fatto il torto di farlo passare per "ignorante e rozzo".
Autore di Opera Universale…, un Canzoniere composto di sonetti strambotti, capitoli, stanze frottole in un plurilingue che va proposto allo studio dei linguisti. Dopo alterne vicende ed esperienze di forti difficoltà economiche, il 1542 Bisanzio Lupis, volendo recuperare un patrimonio affettivo più che di valore venale, acquista dai Chiurlia la casa dei suoi avi (atto notarile di Giovanni Tomeo). Casa ristrutturata secondo i canoni rinascimentali, ma con i segni dell'arte romanica in cui spesso si esprimeva il talento locale, quello dei petraroli, come quel Macteus che il 1101 volle consegnare alla storia il proprio nome.
Qui morì giovane e sfortunato, il 1555, Bisanzio Lupis. Lo stemma della famiglia Lupis, che rappresenta un lupo che ulula verso il sole, è nella chiave del portali in via San Giacomo. Di qua, per un androne, si giunge nel patio dove ha inizio la scala a due rampe sul cui parapetto corre un fregio. In questo patio si ripete il sistema dei loggiati che si vedono sul fronte verso il mare. I parapetti presentano colonnette che si alternano a pilastri squadrati con figure sul lato esterno. Dei diversi fronti, che danno su via San Giacomo, via Lecce, sulla piazza delle Benedettine e sul mare, quello che guarda l'insenatura della costa e levante, è in posizione felicissima. A sottolinearela fortuna di tale sito c'è la loggia coperta attualmente stompagnata, a doppia arcata a tutto sesto. Un pregevole mascherone, a suo tempo murato è stato, nel travagliato restauro in atto, sotto la direzione dell'arch. E. DeCillis, riportato nel suo alloggio originario.

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