Zurlo
Là dove il palazzo si stringe, verso ponente, e prende il nome di piazza Zurlo, si vede la loggia bifora di un antichissimo palazzo, abitato dagli Zurlo, nobile famiglia di origine Napoletana i cui rappresentanti furono Capitani di ventura di chiara fama. Tra questi va ricordato Francesco Zurlo, celebrato dal poeta Bisanzio Lupis nel sonetto 95 del suo Canzoniere, per il valore dimostrato nella battaglia di Cerignola, dove perdette un occhio combattendo contro i francesi, al seguito di Consalvo de Cordova (29 aprile 1503).
Visto Francesco Zurlo invida Morte
Oprar col senno e con l'acuta lanza
Alto valor contra il furor de Franza,
Appiè la Ciregnola en su le porte,
Determinò far sue giornate corte
Et abbassare una tanta baldanza,
Temendo, e 'nvidiando la possanza
D'un mancipio suo costante e forte,
Trassegli un man roverso in la visera,
Per dubito c'havia della sua vista,
Et accecolo in sempiterna sera,
Poi de lui triunphasse all'isprovista,
Ma se non gli togliea la luce fera,
Mai morto l'haveria l'invida e triste.
Lo stesso Zurlo era stato primo giudice alla disfida di Barletta (13 febbraio 1503). Morì a Giovinazzo il 1505. Un suo parente si era coperto di gloria il 1480 ad Otranto, combattendo da leone contro i turchi. Anche i figli, Enrico e Giacomo, si distinsero nel campo militare, come il nipote Francesco figlio del fratello Giacomo, che si ritirò, dopo aver più volte combattuto in terra d'Otranto, a Napoli, dove morì. Di un Enrico Zurlo si conserva la pietra tombale in Cattedrale.
Il palazzo, che tante glorie ha custodito, ha perduto il suo aspetto originale per i vari rimaneggiamenti subiti nel corso dei secoli. Varie famiglie l'hanno occupato. Infatti dagli Zurlo, passò ai principi Gonzaga e probabilmente da questi fu curata la costruzione della singolare loggia a due fornici a tutto sesto con lunetta che tuttora si conserva (arch. A. Milillo). Ai Gonzaga succedettero nella prima metà del '500 i Giudice. L'edificio rimase casa ducale fino all'inizio del '600. Di questo palazzo resta ben poco. Doveva essere di stile romanico – gotico, come lasciano credere i bassi attualmente adibiti a cave della moderna e simpatica creperie. La monofora murata, non lontana dalla bifora e, a pianterreno, il portale a sesto acuto anchesso chiuso, parlando di vecchi tempi. Oggi si vede addossato alla loggia un edificio a tre piani dell'inizio di questo secolo che reca in cima al portone d'ingresso lo stemma dei Zurlo (la data è del 1500).
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