Torre Don Ciccio

COME SI ACCEDE: Percorrendo la strada provinciale Giovinazzo – Terlizzi, all'altezza del cavalcavia dell'autostrada, a sinistra si trova la Torre.

DESCRIZIONE E CENNI STORICI: Contro la costruzione , che attira l'ammirazione di chi l'osserva per il leggiadro porticato cinquecentesco che la completa, si è accanita dopo la seconda guerra mondiale, l'opera di devastazione dei nuovi barbari.
Il complesso è formato da una Torre ad un piano e da una cappella. La torre, a piano terra, ha locali adibito ad uso agricolo, con vasche sotto il porticato frontale. Il piano superiore, a cui si accede tramite scala esterna, ha locali adibiti ad abitazione; è presente un forno a forma circolare sporgente verso l'esterno; in un ambiente a forma circolare sono presenti quattro nicchie e una volta a cupola; sul terrazzo sono presenti colombaie e resti di altri ambienti a ridosso di una successione di archi a tutto sesto sulla facciata principale.
La chiesa adiacente alla Torre, dedicata all'Annunziata, presenta resti di portale quasi completamente trafugato; sul tetto è presente una decorazione a motivi floreali; all'interno sono presenti un cornicione in stucco, volte a botte lunettata, finestre a ventaglio e resti di altare.
Dovette sorgere dopo il '200 e fu costruita da un tedesco forse stabilitosi al tempo degli svevi, che il popolo chiamava don Ciccio, dall'originale nome Melciacca Alemanno. La costruzione fu completata in diverse epoche e non siamo certi se fu dapprima una casa Torre e successivamente adattata a casa di campagna signorile con annessa chiesa e giardino. Nella seconda guerra mondiale la Torre fu straziata dalle truppe inglesi ivi alloggiati durante l'occupazione. Fu demolito anche l'altare che era nella cappella, dove esisteva anche una lapide con su scritto "Non v'è asilo per i perseguitati della Giustizia" che era posta sul portale d'ingresso. Nell'autunno 1992 i sei archi frontali a tutto sesto ed i relativi pilastri squadrati in muratura, che costituivano il grande loggiato, una volta coperto a tetto, e crollato vittima dell'incuria umana, del vandalismo e forse depredazioni.

Rif. Bibl.:
- V. ZAGAMI, Le torri e le chiese campestri di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi, Centro di Cultura Popolare U.N.L.A., Molfetta 1979.
- «Il Nuovo Tocco del Bombaun – La voce di Giovinazzo», mensile indipendente, serigrafia Levante, Giovinazzo.



Torna indietro